Sorgenti del campo magnetico H
Questa lezione sulle sorgenti del campo magnetico H è utile per chi vuol capire perché all’interno di un materiale magnetizzato il campo H ha verso contrario a B. Occorrono buone conoscenze sul campo magnetico e sulle correnti di magnetizzazione.
Partiamo dalle relazioni di B nel vuoto
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La prima esprime il fatto che non ci sono le sorgenti di B.
La seconda che B non è irrotazionale.
Se siamo in presenza di un materiale dobbiamo tenere conto delle cariche in essa presenti. In questo caso, per lo studio, oltre al vettore induzione magnetica, occorre introdurre il vettore M, intensità di magnetizzazione.
Il vettore M lo possiamo vedere come il vettore P, intensità di polarizzazione introdotto nel caso dei dielettrici. Sempre nel caso del campo elettrico si considera il vettore D spostamento elettrico.
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Con il vettore D esprimiamo una relazione per i dielettrici dove compare solo la carica libera. Inoltre, nel caso di materiali isotropi
χ è la suscettività dielettrica e caratterizza il dielettrico.
Tutte queste cose dovreste conoscerle già. Ora iniziamo la lezione sulle sorgenti del campo magnetico H.
In presenza di materiale il valore di B lo possiamo ancora esprimere con le due prime relazioni scritte, però oltre alla densità della corrente esterna J, dobbiamo considerare una densità media delle correnti atomiche JM.
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Quello che dobbiamo fare è esprimere JM
Consideriamo un solenoide avvolto nel vuoto
Chiamiamo ns il numero di spire per unità di lunghezza L del solenoide. Il numero totale delle sue spire è N = ns L
Ora riempiamo il solenoide con un mezzo omogeneo isotropo
Calcoliamo B-B0
Appare così la corrente
E’ una corrente che scorre in ns spire per unità di lunghezza avvolte attorno al mezzo. Sulla superficie del mezzo. iM è la corrente di magnetizzazione.
Sappiamo che ad una spira è associato un momento magnetico
Le correnti atomiche che scorrono in ns spire hanno un momento magnetico
Questo è il momento magnetico delle correnti atomiche per unità di lunghezza. L’intensità di magnetizzazione per unità di volume è
Il vettore M ha la direzione dell’asse del solenoide, così come B0
Utilizzando M abbiamo
Da questa ricaviamo che
Applichiamo l’operatore rotore ad ambo i membri
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Sappiamo che
Sostituiamo
Introduciamo il vettore H
e ne facciamo il rotore
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Stabilite tutte queste belle cosette torniamo alla relazione con l quale abbiamo introdotto il campo H. Da questa ricaviamo B.
Applichiamo la divergenza
Ma la divergenza del vettore B è nulla
La divergenza del vettore H non è nulla nel materiale
Supponiamo che M si diretto lungo l’asse x
Introduciamo una densità di poli magnetici
E sostituiamo
Il vettore campo magnetico H ammette poli magnetici.
Fuori dal materiale M è nullo
I poli stanno gli estremi del materiale, dove non è nulla la divergenza di M.
Notiamo infine un’analogia tra campo magnetico e campo elettrostatico. In assenza di correnti libere, J = 0 e per H si ha
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Sono due campi conservativi (sono irrotazionali) che ammettono poli positivi da cui partono le linee di flusso, o negativi dove convergono.
I poli magnetici sono sorgenti del campo H e non di B.
Che ne è allora delle linee di flusso del campo H ?
Dato che il vettore intensità di magnetizzazione M ha una discontinuità agli estremi della barra magnetizzata, avremo un polo negativo detto Sud e uno positivo Nord.
Le linee di flusso sono simili quelle di un campo elettrico generato da due distribuzioni opposte di carica.
Il campo H prodotto dalla magnetizzazione del materiale è opposto al vettore M (dentro il materiale). Questo campo viene chiamato campo demagnetizzante.
Fuori dal materiale
e le linee di flusso sono uguali.
Nel materiale
dove nascono le differenze.
Per concludere facciamo due chiacchiere meno tecniche.
Prendiamo il nostro pezzo di ferro e pratichiamo un piccolo foro longitudinale che corrisponde al percorso delle linee di forza. Se il foro è sottilissimo, fuori da esso il campo è più o meno quello di prima, invece all’interno si hanno delle linee di ritorno.
Allora il vero campo magnetizzante è H – H’. In realtà, questo avviene anche senza praticare il foro perché il campo H’, demagnetizzante, si costituisce attraverso gli spazi compresi tra le molecole orientate.