Cono di attrito
Vediamo una rappresentazione geometrica di quanto detto sull’attrito nella lezione precedente introducendo il concetto di cono di attrito.
Consideriamo una massa m posta su di un vincolo, tavolo, in quiete.
Se la massa e’ in quiete siamo nel caso statico e il secondo principio della dinamica e’
.
La forza peso P e la forza F rappresentano la risultante delle sollecitazioni esterne e le chiamiamo S
La reazione vincolare Rn e la forza di attrito As rappresentano la reazione totale e le chiamiamo Rtot
.
Il secondo principio lo possiamo allora esprimere come :
.
Abbiamo riportato nella figura le due risultanti.
Dall’equazione di prima possiamo dire che la reazione totale e’ esattamente uguale ed opposta alle sollecitazioni esterne.
Se aumentiamo la forza F aumenta anche la reazione totale fino al suo valore massimo dopo di che entriamo nel caso dinamico.
Dalla figura vediamo che :
Quindi μs ha un’interpretazione geometrica, combacia con la tangente di φs. Mano a mano che aumento le forze esterne, aumenta la reazione totale, ma la tgφs rimane sempre la stessa visto che e’ pari a μs
Fino a che siamo in queste due aree siamo nel caso statico
al di fuori siamo nel caso dinamico
Dato che la massa puo’ essere spinta da due versi, questo e’ il disegno totale
Se ora passiamo allo spazio tridimensionale tutto questo diventa un cono (cono di attrito) dove dentro siamo nel caso statico e fuori in quello dinamico.
Siamo nel caso statico se le sollecitazioni stanno entro la falda inferiore del cono e le reazioni entro la falda superiore del cono di attrito.
L’angolo φs e’ l’angolo di semiapertura del cono di attrito
Vediamo un’applicazione di quanto detto al caso del piano inclinato
Per costruire il cono di attrito si pone l’asse ortogonale al piano inclinato e l’angolo di semiapertura dato da tgφs = μs
Supponiamo che la forza peso sia l’unica sollecitazione presente. In assenza di attrito sappiamo che la massa scivola sicuramente, l’attrito fa’ aprire il cono con il suo coefficiente μs. Disegnando P, se e’ dentro il cono di attrito siamo nel caso statico, quindi in equilibrio.
In questo caso P e’ dentro il cono quindi tutto e’ fermo. Affinche’ cio’ accada deve essere
α < φs ⇒ tgα < tgΦs = μs ⇒ tgα < μs
Per passare dalla condizione statica a quella dinamica possiamo, ad esempio, semplicemente aumentare l’angolo di inclinazione del piano. Se α > Φs P e’ fuori del cono di attrito
α > Φs ⇒ tgα > tgΦs= μs ⇒ tgα > μs Siamo nel caso dinamico