Ciclo di Carnot
IL ciclo di Carnot prevede
- Un’espansione isoterma
- Un’espansione adiabatica
- Una compressione isoterma
- Una compressione adiabatica
E’ costituito due trasformazioni reversibili isoterme e due trasformazioni reversibili adiabatiche. E’ il caso più semplice ed anche il più efficiente, infatti intervengono solo due temperature e le quantità di calore che vengono passate da una temperatura all’altra vengono trasferite integralmente. Non ci sono scambi di calore con l’esterno durante i passaggi.
Dobbiamo ricordare soltanto due cose :
1 ) Per una trasformazione isoterma
2 ) Per una trasformazione adiabatica
Iniziamo il ciclo di Carnot
Fase 1
Dobbiamo operare un’espansione isoterma. Per ottenerla ci occorre una sorgente di calore a temperature calda TC
Il gas si scalda a temperatura costante, il suo volume aumenta, il pistone sale e otteniamo lavoro meccanico.
Rappresentazione dell’isoterma tra i punti A e B. Il volume passa da VA a VB aumentando. La pressione scende dal valore pA al valore pB
La quantità di calore presa dal sistema per compiera il lavoro LAB è
Ripetiamo che per una trasformazione isoterma Q = L , non c’è variazione di energia interna.
Fase 2
Continuiamo a far espandere il gas, ma senza la sorgente di calore al posto della quale un isolante così da avere un’espansione adiabatica.
Il gas può continuare ad espandersi, ma a spese dell’energia interna, la temperatura del sistema diminuisce.
Dal punto B al punto C il volume aumenta con una ripidità maggiore rispetto all’isoterma. Otteniamo un piccolo aumento di volume.
Questo lavoro risulta positivo o negativo ? Dato che è un aumento di volume è > 0, infatti lo è perchè Tf – Tc < 0. Il sistema si stà raffreddando. LBC è un’aggiunta di lavoro.
A questo punto dobbiamo tornare indietro, la fase di lavoro è terminata.
Fase tre
Vogliamo tornare indietro cercando di pagare il meno possibile in termini di lavoro che ora dobbiamo spendere. In pratica vogliamo massimizzare il ciclo, ossia l’area da esso racchiusa.
Operiamo una compressione isoterma e lo facciamo con una sorgente fredda.
Il pistone scende e il volume diminuisce.
Con il freddo c’è compressione.
Durante questa fase del ciclo di Carnot siamo noi a dover compiere lavoro per comprimere il gas, ma lo facciamo ad una temperatura più bassa.
Dato che il volume VD è minore del volume VC , il loro rapporto risulata < 1 e il logaritmo risulta < 0
Ne segue che L < 0. Lavoro fatto sul sistema.
A questo punto rimane da chiudere il ciclo.
Fase 4
Per terminare il ciclo di Carnot togliamo la sorgente a temperatura fredda TF e rimettiamoci in condizioni adiabatiche, ossia isoliamo il gas. In queste condizioni continuiamo la compressione. Il gas aumenta la sua temperatura.
Ciclo di Carnot chiuso
Prima di andare avanti riassumiamo quanto ottenuto.
A → B Espansione isoterma ΔU = 0 ⇒ Q = L
B → C Espansione adiabatica Q = 0 ⇒ L = -ΔU
C → D Compressione isoterma Q = L
D → A Compressione adiabatica L = -ΔU
Possiamo notare che i lavori delle due adiabatiche sono uno l’opposto dell’altro. Nel lavoro totale essi si semplificano, quindi non ce li mettiamo. Consideriamo soltanto i lavori delle due isoterme.
Prima di continuare dobbiamo dimostrare l’uguaglianza dei rapporti di volume
Dato che i punti limiti del ciclo di Carnot si trovano su isoterme e adiabatiche possiamo scrivere le seguenti quattro relazioni :
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Moltiplichiamo i primi membri tra di loro e così pure i secondi
Eliminiamo i termini comuni
Da cui otteniamo
Per i rapporti dei volumi otteniamo
Che è quello che volevamo dimostrare.
Questo lo sostituiamo nel lavoro totale, riscrivendolo prima con l’argomento del secondo logaritmo ribaltato
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Ci rimane da definire l’efficienza energetica o rendimento del ciclo di Carnot, ossia la quantità di calore che abbiamo dato (quella sottratta alla sorgente a temperatura più elevata) e quanto lavoro abbiamo ottenuto. Mettiamo in rapporto queste due quantità.
Il calore prelevato dalla sorgente calda è
Il lavoro meccanico ottenuto
Rendimento
Il rendimento dipende solo dalle temperature delle sorgenti.
Il rendimento è sempre < 1.
Dato che le trasformazioni sono reversibili, il ciclo di Carnot può essere descritto in senso inverso. In questo caso si parla di macchine refrigeranti e le quantità di calore sono assorbite dalla sorgente alla temperatura più bassa e ceduta a quella a temperatura maggiore. Il lavoro, sempre rappresentato dall’area del ciclo, viene fatto dall’esterno sul fluido.